
La comunicazione crossmediale
La comunicazione oggi è crossmediale: è un’evidenza della contemporaneità. Ma non sono altrettanto evidenti gli effetti che lo stesso messaggio può avere quando viene distribuito in diverse tipologie di media.
Aspetti che invece dovrebbero interessare qualsiasi azienda o soggetto economico, a prescindere dalle dimensioni e dall’investimento pubblicitario: chiunque desideri promuovere prodotti, servizi, eventi.
Si dice crossmediale un messaggio che attraversa i media, ovvero che viene distribuito su più piattaforme mediatiche. A volte, perché questo passaggio sia possibile, il messaggio deve essere tradotto in un linguaggio fruibile per il media in questione, sfruttandone al meglio le potenzialità. Ad esempio è evidente che un messaggio pubblicitario radiofonico debba essere costruito in modo completamente diverso rispetto ad una pagina pubblicitaria, o ad un video. In questi casi il messaggio diventa trasmediale, poiché viene trasformato ed adattato al mezzo.

Altro esempio di trasmedialità è quello dei libri scolastici, che nella loro versione digitale vengono arricchiti di contenuti integrativi per sfruttare le potenzialità dello strumento digitale (LIM, computer e tablet) con l’ausilio di audiovisivi e applicazioni interattive.

Lo stesso processo avviene, o dovrebbe avvenire, nel caso dei social network e del web, dove figure come blogger e influencer hanno dimostrato come la comunicazione pubblicitaria, la così detta “ad”, possa essere traslata in qualcosa di molto personale. Diventano loro stessi, in modo più o meno evidente, ambasciatori di brand e aziende, contribuendo a creare il così detto engagement. Non solo testimoniano il presunto “valore” del brand o del prodotto, ma lo convertono in un simbolo di appartenenza ad una determinata “tribù”, digitale e non solo.
Mai tradire le aspettative
Un errore in cui si cade spesso è quello di progettare un visual o un’immagine accattivante, molto promettente che attrae il nostro pubblico (e di per sé questo è già un ottimo risultato), ma poi si scivola sul contenuto che non sempre è all’altezza delle aspettative. A chiunque di noi è capitato di aprire un link di un articolo il cui teaser ammiccava ad un contenuto che poi risultava del tutto assente nell’articolo stesso, o di leggere il codice qr di una confezione credendo di trovare qualcosa d’interessante per poi rimanerne delusi. Ecco, questo è uno dei pericoli più insidiosi: soffermarsi sulla fase promozionale, trascurando poi il contenuto. Ė ciò che spesso accade quando si genera traffico, ma non si crea il tanto decantato “funnel”, termine inglese che oggi va molto di moda per descrivere la conversione tra il click e la vendita, possibilmente generando anche non solo una vendita spot, ma l’acquisizione di un cliente potenzialmente fedele.

L’importanza di avere una strategia
Per una ricetta di successo, prima di qualsiasi tecnica persuasiva, occorrono molti altri ingredienti e per questo motivo non è possibile improvvisare. Le aziende hanno bisogno di comunicatori in grado di tradurre gli obiettivi aziendali in azioni e di selezionare gli strumenti più efficaci per metterle in pratica. Non serve spargere la propria comunicazione su tutti i media esistenti, ma occorre fare una scelta mirata, in base al target e al budget disponibile e tradurre la nostra comunicazione nel linguaggio più adatto agli strumenti scelti.
Tutt’altro che facile. Per questo in Cocicom, nome che è l’acronimo di creatività, orientamento e consulenza per l’immagine e la comunicazione, facciamo qualcosa che va oltre la creatività o la consulenza. Seguiamo i nostri clienti dalla fase strategica, fino allo sviluppo e alla distribuzione, integrando in questo anche momenti di orientamento.
Non siamo una scuola e non organizziamo corsi, ma integriamo la nostra consulenza con incontri formativi (digital tutor), per assistere il cliente anche nella fase successiva al lancio di una campagna social o della messa online di un sito.

Molte aziende scelgono infatti di gestire internamente il blog aziendale e i social media, con grandi vantaggi in termini di freschezza e autenticità dei contenuti. Ma per creare e gestire il piano editoriale di un blog o account social aziendale occorre formazione e anche un’assistenza professionale nella creazione di contenuti di qualità quali immagini, video, testi, ecc.
Il brand che ha le potenzialità di esprimersi in molti contesti mediatici, necessita di un “dress code”, una sorta di codice di comportamento che lo identifichi ma, allo stesso tempo, lo declini a seconda dell’occasione d’uso, proprio come un outfit, un “brand code” se vogliamo.
Parte del nostro lavoro sta proprio nel dar vita, insieme al cliente, a questo codice: progettare e coordinare l’immagine dei nostri clienti a seconda del contesto, integrando produzioni grafiche, fotografia e video con una strategia mirata e costantemente ritarata in base alle evoluzioni del mercato.